Perché il progetto di legge sulla partecipazione ha un valore decisivo per l’Italia

19 Mag 2023 | Famiglia, Politica

“L’iniziativa della Cisl costituisce una risposta alternativa al salario minimo: un nuovo paradigma del lavoro fondato sulla cooperazione e sulla responsabilità”. L’opinione del deputato di Fratelli d’Italia.

La presentazione da parte della Cisl di un progetto di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione segna un nuovo capitolo nella storia recente delle relazioni industriali in Italia. Guardando all’ultimo decennio, emergono infatti due grandi fasi: la prima, innescata dall’avvento dei governi Monti e Renzi, caratterizzata da una progressiva perdita di centralità dei corpi intermedi (sindacati compresi) a causa di una linea di governo fondata sulla disintermediazione; la seconda, coincidente con la crisi pandemica e il governo Draghi, nella quale il sindacato ha ritrovato parte del protagonismo perduto, giocando un ruolo decisivo nella veloce rimodulazione delle regole sul mercato del lavoro, in particolare in materia di smart working e salute e sicurezza. Oggi si apre una terza fase: politica e sindacato tornano a relazionarsi alla pari in un tradizionale percorso dialettico. La presenza di un forte governo politico, legittimato da un ampio consenso popolare, mette sul tavolo un’idea coerente di politica economica e di riforma del mercato del lavoro. In questo modo sollecita il sindacato, chiamato a partecipare a una nuova stagione riformista. Lo fa a viso aperto, parlando a tutte le sigle, al di là delle sfumature ideologiche, e rispettando l’autonomia sindacale. Allo stesso tempo, il sindacato riformista stimola il governo appellandosi direttamente ai lavoratori e presentando un progetto di legge di iniziativa popolare su un punto cardine del nostro ordinamento costituzionale – finora largamente inattuato – come la partecipazione. Se è vero che la rappresentanza rimane in crisi, il sindacato dimostra di essere ancora un corpo vitale della nostra società.

La proposta sulla partecipazione costituisce una risposta alternativa al salario minimo, sia sotto il profilo teorico e culturale sia dal punto vista pratico. Partecipazione fa rima infatti con collaborazione, rivolgendosi sia agli imprenditori che ai lavoratori, chiamati a entrare in un nuovo paradigma dell’organizzazione del lavoro fondato sulla cooperazione e non più – come ancora in alcuni settori o territori – sulla contrapposizione. Si tratta di una strada obbligata, anche per rispondere alle grandi sfide di oggi (in realtà risalenti nel tempo): il “lavoro povero” e la bassa produttività. La partecipazione è la ricetta per alzare finalmente i salari nel lungo periodo e in modo strutturale; al contrario del salario minimo, che svuoterebbe di sostanza le relazioni industriali e schiaccerebbe al ribasso i livelli retributivi. L’iniziativa della Cisl incoraggia la partecipazione non soltanto negli organi decisionali dell’impresa (in linea con l’articolo 46 della Costituzione) ma anche quella economico-finanziaria, quella organizzativa e quella consultiva.

Dove c’è responsabilità condivisa, infatti, le tutele per i lavoratori migliorano. Lo si è visto con la diffusione della contrattazione di secondo livello, territoriale o aziendale che fosse, che ha permesso una crescita costante dei trattamenti retributivi, considerando, oltre alla parte fissa, anche quella variabile fatta di straordinari, premi e welfare aziendale. È nella collaborazione che si sta inoltre sedimentando il “nuovo ordine” post Covid, in cui le aziende non sono più le stesse di prima e cercano di strutturare le pratiche di maggior efficacia emerse durante la pandemia ai fini della conciliazione lavoro-famiglia e della rimodulazione per obiettivi dei processi aziendali. La partecipazione non rappresenta quindi un passo estemporaneo, ma arriva – proprio oggi – a maturazione di un percorso dinamico che imprese e sindacati hanno compiuto insieme. Compito della politica sarà di verificare le condizioni perché tutto ciò sia codificato in maniera chiara ed efficace. Certamente, mai come ora nella storia repubblicana, i tempi sembrano essere così maturi.

Articolo pubblicato su Il Foglio il 19/05/2023