Il nobile compito di Maria Romana, custode della memoria di De Gasperi

15 Apr 2022 | Politica

Un giorno la signora mi disse che per capire suo padre bisognava guardare alla sua fede. Era lì il cuore della sua esperienza umana e politica, un affidamento continuo al rapporto con Dio

Articolo pubblicato sulla rivista Tempi di Aprile 2022

Questo mese desidero dedicare la rubrica a una persona che ha segnato la mia vita e, soprattutto, che ha contribuito alla convivenza civile italiana ed europea degli ultimi settant’anni. La signora Maria Romana De Gasperi è morta lo scorso 30 marzo dopo una lunga cavalcata nella storia, che l’ha vista prima al fianco del padre Alcide come sua assistente personale durante gli anni dei primi governi repubblicani e, dopo la morte di De Gasperi, custode e infaticabile promotrice della sua memoria e degli ideali da lui così luminosamente interpretati.

È stata testimone oculare di molti dei tornanti decisivi dei nostri recenti destini. Era lei, bambina, che portava di nascosto alla vicina di casa un misterioso pacco contenente documenti riservati quando la polizia fascista perquisiva l’appartamento di famiglia. Fu lei ad accompagnare il padre nel famoso viaggio negli Stati Uniti per chiedere aiuto concreto al presidente Truman nell’epoca della ricostruzione post-bellica. Fu lei a raccogliere le lacrime paterne dopo una drammatica telefonata con Amintore Fanfani, quando De Gasperi capì che la sua idea della Comunità Europea di Difesa era tramontata. Allora era una ragazza poco più che ventenne, prima di quattro sorelle, che forse più di tutte aveva ereditato lo spirito politico paterno.

De Gasperi morì nel 1954 e da allora, per lei, ebbe inizio una nuova fase della vita che via via trovò consistenza nel tramandare l’eredità ricevuta. Poco tempo prima della sua morte, il padre la convocò e le fece aprire quel pacco che da bambina aveva maneggiato così tante volte con curiosità. Conteneva scritti, articoli e appunti attraverso i quali il padre, in una sorta di ultimo testamento, ripercorse la sua storia. Maria Romana prese nota di tutto, riorganizzò il materiale, ne cercò altro, andando a parlare con molti dei protagonisti politici del tempo, compresi Robert Schuman e Konrad Adenauer, trovando sempre una profonda stima e ammirazione verso il padre. Quest’opera di ricostruzione storiografica la portò a scrivere i primi libri sulla vita e sul pensiero degasperiano – alla fine saranno più di dieci i volumi da lei curati – e a girare l’Italia e l’Europa per raccontare quanto aveva visto e vissuto.

La signora Maria Romana ci lascia a 99 anni, nel 40esimo anniversario della Fondazione della quale lei è stata presidente onoraria. Nel 1982 la Democrazia cristiana, durante la segreteria di Flaminio Piccoli, inaugurò infatti la Fondazione per la pace e la cooperazione internazionale Alcide De Gasperi. La signora Maria Romana ne fu protagonista da subito, diventando promotrice di tutte le grandi iniziative che ne hanno caratterizzato l’attività.

Il suo ampio lascito si fonda su due elementi. Innanzitutto, sull’interpretazione autentica di chi sia stato Alcide De Gasperi. Un giorno la signora mi disse che per capire suo padre bisognava guardare alla sua fede. Era lì il cuore della sua esperienza umana e politica, un affidamento continuo al rapporto con Dio, sia nei momenti drammatici come durante i mesi di carcere sotto Mussolini, sia nella quotidianità della sua azione di governo, quando annotava sulle sue carte: «Perdonami, Signore, ma porto con me, nelle mie occupazioni, la tua preghiera. Penetra tutta la mia attività, prega tu nel mio lavoro e in tutta la donazione di me stesso». De Gasperi è stato un grande politico perché è stato un grande uomo di fede.

La tensione verso i giovani

Il secondo insegnamento riguarda la tensione positiva verso le nuove generazioni. La Fondazione da sempre è strumento per parlare ai giovani di un tempo passato che ha ancora tanto da dirci; Maria Romana De Gasperi è riuscita a creare un timbro di comunicazione unico – allo stesso tempo familiare, nobile e accurato – per accendere nel cuore di molti giovani la scintilla di un impegno civile. Sono centinaia le conferenze alle quali ha partecipato e innumerevoli gli articoli scritti – fino all’ultimo ha tenuto una rubrica settimanale su Avvenire.

Di lei rimane la verità di una vita totalmente donata a un nobile compito. La crescita del bene dipende da gesti che non fanno la storia ma che nel nascondimento edificano le vite di generazioni. A Dio, cara signora Maria Romana